I neopadri di oggi sono più attivi e coinvolti dal loro ruolo, ma non hanno modelli di riferimento ai quali ispirarsi, poiché sono loro i pionieri della “nuova paternità”.
I padri giocano un ruolo fondamentale: rendono possibile alla madre ed al bambino il passaggio dall’iniziale fase simbiotica di indifferenziazione, durante la quale i due si sentono un tutt’uno, alla differenziazione che permette una separazione di ruoli e quindi ad un vero relazionarsi.
Nell’ultimo ventennio si è manifestato un crescente interesse anche dei sociologi verso i vari cambiamenti della paternità. L’interesse degli studiosi ha origine nelle trasformazioni che hanno investito il ruolo sociale del padre e il modo in cui i padri stessi si percepiscono e agiscono.
La nascita di un figlio è diventata una scelta sempre più consapevole e deliberata della coppia, di conseguenza entrambi i genitori sono più disponibili e desiderosi di prendersene cura. Inoltre la consapevolezza dell’importanza della figura paterna nel processo di sviluppo cognitivo e affettivo dei bambini è cresciuta. Infine la diffusione del lavoro retribuito delle madri: la trasformazione della maternità è una delle cause principali di quella della paternità. In conseguenza di tutti questi mutamenti, sono aumentate le aspettative sociali verso una figura paterna più presente e attenta nei confronti dei figli (Zanatta, 1999, 2002).
Nei paesi occidentali, anche le politiche sociali riflettono e a loro volta incoraggiano e incentivano una maggiore presenza dei padri nella vita familiare e nella cura dei figli, si pensi all’attribuzione anche ai padri del diritto al congedo parentale nei primi anni di vita del bambino.
Generalizzando e semplificando molto una realtà ben più complessa, si può affermare che l’immagine tradizionale del padre che era il titolare esclusivo dell’autorità e dei rapporti con la società, si fondava sulla dicotomia tra pubblico e privato in cui l’uomo rappresentava il pubblico e la donna il privato (Campanini, 1985).
La visione tradizionale dei ruoli faceva una netta differenziazione tra quello paterno e quello materno. Il primo aveva una funzione esterna alla famiglia, di mantenimento economico e di orientamento verso la società (ruolo strumentale), il secondo una funzione interna alla famiglia, in cui prevale la dimensione affettiva (ruolo espressivo).
Nella società contemporanea questa separazione di sfere in base al genere (l’affettività da un lato, l’autorità dall’ altro) è molto più sfumata e la paternità appare sempre più inserita nella sfera del privato e degli affetti. Questo cambiamento va di pari passo con quello che è intervenuto nella relazione di coppia, che tende a diventare sempre meno asimmetrica.
L’avvicinamento tra funzioni materne e paterne non ha portato a una completa interscambiabilità dei ruoli genitoriali, che nella realtà empirica rimangono ancora piuttosto differenziati. Gli studiosi concordano nel riconoscere che si sta verificando una maggiore partecipazione dei padri nella vita e nella cura dei figli (anche se le madri continuano a esserne le principali responsabili). Molti autori, sia sul versante sociologico che psicologico, sottolineano la tendenza al passaggio dal modello tradizionale della specializzazione dei ruoli a quello della condivisione (Zanatta, 1999, 2002).
La nuova espressione della paternità non è più normativa, ma è diventata affettiva . I padri sono molto più presenti nella vita quotidiana dei figli, giocano con loro e si occupano volentieri anche della cura e dell’accudimento primario dei più piccoli.
Anche gli studi psicologici, tradizionalmente orientati a sottolineare l’importanza della relazione madre-bambino nei primi anni di vita, hanno mostrano recentemente una crescente attenzione alla paternità. Si afferma che il ruolo del padre acquisti sempre più caratteristiche materne mentre quello della madre caratteristiche paterne (Pietropolli Charmet, 1991; Badolato, 1993; Scabini, 1999).
Studiosi di orientamento interazionista, sottolineano che maternità e paternità sono identità dinamiche, plasmate e riplasmate attraverso l’interazione e la negoziazione con gli altri. In questa prospettiva si osserva che l’identità individuale ha molti aspetti, tra i quali il soggetto stabilisce una gerarchia di importanza. Per esempio i padri che considerano il ruolo di cura dei figli come centrale per la propria identità interagiscono e si impegnano con loro in misura molto maggiore rispetto ai padri per i quali il ruolo di cura ha una bassa centralità. Si mette l’accento anche sull’importanza dell’interazione con la partner al fine del coinvolgimento dei padri (Marsiglio, 1995; Lupton e Barclay, 1997; Rane e Mcbride, 2000).