Estroversione – Introversione

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Con  “estroverso” e “introverso” si indicano due dei tipi psicologici teorizzati da Jung. “Il destino di alcuni è determinato per lo più dagli oggetti dei loro interessi, mentre quello di altri è determinato in più larga misura dal loro essere interiore”. Tutti propendiamo più o meno verso l’una o l’altra caratteristica e abbiamo una tendenza a vedere il mondo secondo il nostro tipo.

L’estroverso ha un rapporto positivo con l’ambiente esterno.  “Quando l’orientamento secondo l’oggetto e il dato oggettivo predominano in modo che le decisioni e le azioni più frequenti e importanti non siano condizionate dalle idee soggettive ma dagli atteggiamenti oggettivi, si parla di atteggiamento estroverso”. Il tipo estroverso pensa, sente e agisce in accordo con le condizioni oggettive e le esigenze che esse pongono.  Dirige i suoi interessi e le sue attenzioni su eventi oggettivi, in particolare su quelli dell’ambiente immediatamente circostante. Questa stretta dipendenza da fattori oggettivi non significa un adattamento totale, ma  l’estroverso riesce a conformarsi con facilità alle  situazioni.
Gli estroversi in genere comunicano piacevolmente, stringono facilmente amicizie e dedicano molte energie ai rapporti interpersonali. Questo tipo può tendere a dare  scarsa attenzione ai propri bisogni, ad esempio può trascurare come si sente il suo corpo.
L’introverso, invece, tende a rimanere distante dal mondo esterno, perché è più attratto dal suo mondo interiore, guarda le condizioni esteriori, ma dà preponderanza alle determinanti soggettive. “L’ introverso pensa, sente e agisce in un modo che mostra chiaramente che è il soggetto a determinare ogni suo atteggiamento, mentre l’oggetto ha solo un’importanza secondaria”. A differenza dell’estroverso, le sue energie non sono rivolte all’esterno, ma si concentrano sulla dimensione individuale.  L’energia scorre verso l’interno e la realtà è costituita dalla reazione dell’individuo nei confronti degli eventi. Più che con fatti e parole, dimensione preferita dall’estroverso, l’introverso si sente a suo agio con emozioni e pensieri.  Ha bisogno di solitudine per  sviluppare il proprio mondo interiore, apprezza l’amicizia, tende ad avere poche relazioni, ma profonde.

Nella sua teoria tipologica Jung descrive quattro funzioni psichiche principali: intellettiva, affettiva, sensoriale e intuizionale. Ognuna di queste funzioni può essere esperita in modo estroverso o introverso, determinando combinazioni diverse di modi di rapportarsi al mondo.
Tutte e quattro le funzioni dovrebbero contribuire equamente per permettere all’individuo di orientarsi coerentemente: il pensiero dovrebbe facilitare la cognizione e il giudizio, il sentimento dovrebbe dirci in che modo e fino a che punto una cosa è importante per noi, la sensazione dovrebbe convogliarci la realtà concreta tramite i sensi e l’intuizione dovrebbe renderci in grado di presumere le opportunità ignote dell’ambiente.
Ognuno presenta una predominanza di una di queste funzioni che viene utilizzata maggiormente e sviluppata pienamente rispetto alle altre. Si svilupperanno poi le altre in modo più vago e meno dominante (funzioni inferiori), secondo Jung restano in larga parte inconsce, e possono creare problemi quando irrompono nella coscienza, ma anche apportare creatività e spontaneità quando si integrano con la funzione dominante.

Jung, C.G, Tipi psicologici, Newton, 1996

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