La funzione di Holding in Psicoterapia

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Secondo Winnicott l’essenza dell’esperienza del bambino sta nella dipendenza dalle cure materne. La funzione della madre, più che sulla comprensione intellettuale dei bisogni del bambino, si basa sull’empatia, la capacità di comprensione emozionale. In psicoterapia la capacità di separazione e la sua elaborazione è cruciale, corrisponde alla maturità affettiva. Winnicott descrive questa situazione come “capacità di essere solo in presenza dell’altro”, cioè il bambino ha intrioiettato una figura materna presente ma non intrusiva. La possibilità di stare con gli altri, di cooperare e avere relazioni buone nelle successive fasi di sviluppo, deriva dalla capacità di essere autonomi. Nel pensiero di Winnicott la patologia deriva dal fallimento delle funzioni materne di contenimento: quando la madre è troppo presente ed intrusiva, oppure quando è troppo assente emotivamente. L’autore sottolinea l’importanza della comprensione e della sintonizzazione materna anche nel trasmettere una mente, dalle prime cure ricevute il bambino impara a trattare i propri aspetti interni, da cui deriva la capacità di autoregolare i propri stati emotivi, di prendersi cura e sostenere psicologicamente se stessi .
La funzione di holding non è una tecnica, quanto una sorta di qualità personale, è una funzione strettamente relazionale. La funzione di holding è la chiave per permettere al bambino di diventare adulto, di diventare autonomo e acquisire la capacità di essere solo in presenza della madre, fino poi a potere fare a meno. Queste esperienze consentono di formare dentro di sé una presenza calda e confortante.
In psicoterapia l’analista lavora per far emergere il vero sé del paziente, svolge una funzione di contenimento quando il paziente fatica a maneggiare i propri stati emotivi che sente incontenibili. Alcuni pazienti attribuiscono ai propri disagi un grande potere distruttivo e pensano che sia impossibile affrontarli, invece la possibilità di avere accesso a quei sentimenti in una relazione terapeutica sicura, alla presenza del terapeuta sufficientemente buono che supporta e sostiene il paziente, permette di avviare il processo di cambiamento, si rimette in moto lo sviluppo delle potenzialità bloccate. Il sostegno analitico si basa sul poter tollerare un contatto genuino con i sentimenti dell’altro; il terapeuta fornisce questo tipo di contenimento quando riesce a fare emergere in modo reale e riconosciuto le emozioni che il paziente vive come la parte peggiore di sé. Per Winnicott l’emergere di un sé sano e creativo dipende dagli specifici rifornimenti dati dall’ambiente supportante. La psicoterapia fornisce i rifornimenti che sono stati carenti, supportando il paziente con la disponibilità, l’attenzione e la rispondenza, consentendo il riprendere dello sviluppo.
Il lavoro psicoterapeutico di promuovere la crescita personale, nel paziente matura progressivamente la capacità di tollerare ed elaborare il conflitto interno, diventa sempre più capace , mentalmente, di giocare e di affrontare in modo creativo esperienze che prima potevano solo essere agite. L’holding aiuta i pazienti a sviluppare la capacità di contenere se stessi in modo integrato e non difensivo.
Il paziente impara ad usare con piacere la capacità di stare solo in presenza dell’altro, diventa più indipendente, e poco a poco assume alcune funzioni dell’analista, ed è felice di farlo. L’interiorizzazione da parte del paziente della capacità dell’analista di tollerare ciò che per il paziente era precedentemente intollerabile è vitale per produrre un cambiamento desiderabile. Il terapeuta deve offrirsi come contenitore perché il paziente possa in un secondo tempo acquisire lui stesso la capacità di contenere le contraddizioni.
Come effetto di questo cambiamento la sorpresa e la spontaneità diventano più presenti nel processo clinico. Come una buona madre, il terapeuta deve garantire continuità e stabilità continuando ad esistere, affinché il paziente possa riunire le diverse parti di Sé e quindi diventare individuo; protegge il paziente da perturbazioni, provenienti dal mondo esterno ma anche dal mondo interno (incluso quello dell’analista) che non siano utili alla sua crescita.
Il terapeuta sufficiente buono è quindi quello capace di stare con il paziente senza rifiutarlo né inglobarlo, di accoglierlo dentro di sé senza confondersi, di sostenerlo senza camminare al suo posto, di aiutarlo a pensare i suoi propri pensieri. Solo se viene offerto un ambiente capace di fornire le facilitazioni appropriate il vero sé può essere raggiunto e può continuare a crescere.

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