I sogni dei bambini, per Freud, sono semplici appagamenti di desideri e facili da comprendere, non hanno contenuti psichici complessi come quelli degli adulti. Quando la deformazione onirica non è ancora pienamente attiva, sotto i 5/7 anni, i sogni appaiono brevi, chiari, coerenti e facili da comprendere. Solitamente i sogni infantili non hanno bisogno di analisi, si collegano spesso ad un’esperienza di vita del giorno prima che spiega il sogno, come reazione psichica all’esperienza vissuta. Il bambino nel sogno trova un appagamento diretto, non censurato, dei suoi desideri.Può capitare comunque che anche i bambini facciano sogni più complicati, meno trasparenti e ricchi di contenuto, come pure gli adulti possono avere in alcune situazioni, sogni di carattere più infantile.
All’adulto può succedere di fare sogni con caratteristiche simili al sogno del bambino quando ad esempio un bisogno fisiologico del corpo, come la fame o la sete, rischia di disturbare il sonno. Il bisogno allora fa da base al sogno, non c’è trasformazione onirica, e si sogna, ad esempio di alzarsi a bere. Ovviamente il desiderio non è realizzato nella realtà, ma in modo allucinatorio nel sogno, quando ci si sveglia si è assetati, ma il sogno, se il bisogno non era troppo intenso, ha svolto la sua funzione di preservare la continuità del sonno, appagando un desiderio.
Altri sogni di tipo infantile negli adulti sono quelli di “impazienza”, come sognare in anticipo una bella esperienza che si è programmato di fare, una gita o un viaggio, realizzando in sogno l’aspettativa.
Interessanti gli studi di Jean Piaget sull’attività onirica nell’infanzia, su come i bambini vivono il sogno e come se lo spiegano. Piaget usa un colloquio articolato su quattro punti: l’origine del sogno, il luogo del sogno, l’organo del sogno e il perchè del sogno, intervistando bambini di diverse età.
Emerge che i bambini pensano che i sogni vengano “dalla testa” o “dalla notte”. In molti casi pensano sia “davanti” perchè lo vedono con gli occhi, anche se consapevoli dell’origine del sogno nella testa, probabilmente fanno fatica a differenziare se è davanti o sembra davanti.
Intorno ai 7/8 anni i bambini sono in grado di cercare una spiegazione causale del sogno, ad esempio alla domanda “perchè hai sognato la mamma?” rispondono “perchè ho pensato a lei tutto il giorno”, mentre bambini più piccoli difficilmente riescono a cogliere una causa specifica.
Piaget distingue tre fasi, che si accompagnano alle progressive acquisizioni che il bambino fa nel suo sviluppo cognitivo. Il pensiero infantile si caratterizza per gli aspetti di realismo ed egocentrismo. Il realismo indica la tendenza a dare maggior peso agli aspetti concreti e visibili della realtà. Ad esempio, un qualsiasi proverbio per un bambino ha un significato letterale che si riferisce agli aspetti concreti della realtà.
L’egocentrismo invece è la tendenza ad essere incentrato su di sè; il bambino guarda le cose soltanto dalla sua prospettiva, non si rende conto che esistono molti e diversi punti di vista. Questi elementi del pensiero infantile organizzano anche la percezione e le idee che i bambini hanno sui sogni:
- Il sogno viene dall’esterno e rimane esterno
a 3/5 anni i bambini credono che il sogno venga dall’esterno, che si generi nel buio della stanza e che, di conseguenza si possa sognare attraverso gli occhi. In questa fase l’attività onirica è ricca di elementi affettivi. I bambini di questa età possono fare fatica a distinguere tra sogni e realtà, spesso il ricordo del sogno si confonde col ricordo della veglia. Il realismo può far localizzare il sogno nel luogo contenuto nel sogno, ad esempio se sogno una strada, il sogno è lì in quella strada. Alcuni bambini in questa fase possono pensare che i loro sogni possano essere visti anche da una terza persona se presente nella stanza.
- Il sogno proviene da noi ma è esterno
a 6/8 anni i bambini cercano l’origine dei sogni nel loro corpo (la testa o il pensiero) ma lo localizzano comunque all’esterno, nella camera. A quest’età “l’esterno” in cui si verifica il sogno non è considerato realmente esistente, e neanche il contenuto del sogno; i bambini sanno, ad esempio, che una strega nel sogno non esiste concretamente.
- Il sogno proviene da noi e resta interno
a 9/11 anni i bambini si rendono conto che il sogno proviene dall’interno, avviene nella mente, nel pensiero, dietro agli occhi, e il sognare è un’attività che si forma interiormente attraverso il pensiero. In questa fase i bambini cominciano ad usare espressioni come “sembra”, “è come se”, per indicare l’esteriorità del sogno.
Gli studi di Piaget sul sogno infantile ci guidano attraverso le acquisizioni cognitive ed emotive che i bambini fanno, attraverso la profondità, la ricchezza e la particolarità delle loro spiegazioni su un fenomeno così complesso e difficilmente afferrabile come il sogno. Ci mostra quanto diventino progressivamente complessi i loro ragionamenti, partendo dal realismo e l’ egocentrismo che caratterizzano il pensiero infantile.
Molto interessante. Mio figlio, 3 anni, rispecchia pienamente quello che hai scritto: i sogni ripercorrono solitamente esperienze vissute o paure che comunque ha davvero nella vita reale. Bel blog, sono sempre stata affascinata dai meccanismi della psiche e tu riesci a renderli comprensibili anche per chi, come me, non è assolutamente “del mestiere”
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Grazie! sono contenta che ti sia piaciuto
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