Non è semplice definire la creatività, la si può considerare la capacità di svolgere attività produttive particolari, il processo creativo sfocia sempre in un prodotto che sia un libro, un’opera d’arte, un’idea, ecc, e questo prodotto ha le caratteristiche di novità (è innovativo, introduce qualcosa di non convenzionale), originalità (è inconsueto, a volte unico), qualità (ha un suo valore), e apprezzabilità (può essere stimato come qualcosa di valido).
Gli psicologi Geteels e Jakson condussero una ricerca su ragazzi dagli 11 ai 18 anni, utilizzando una batteria di test notarono che molti soggetti con punteggi alti nei test di intelligenza avevano punteggi bassi nelle prove di creatività, e viceversa. In effetti creatività e intelligenza sono due cose diverse.
La creatività non indica per forza essere geniali, è una componente della struttura intellettiva umana, in tutti i c’è creatività anche se in diversi gradi, e può essere favorita.
Il pensiero convergente risponde in modo particolare alla ricerca di soluzioni convenzionali o standardizzate a problemi, mentre il pensiero divergente consiste in un approccio creativo alle situazioni problematiche e si traduce nell’invenzione di risposte originali. Il pensiero divergente si caratterizza per apportare una soluzione nuova e creativa a un problema, invece il pensiero convergente si caratterizza per essere applicato a situazioni che permettono un’unica risposta plausibile e corretta, che rimane dentro i limiti imposti dalla situazione rispettando regole già definite e codificate.
Secondo la definizione del pensiero divergente e convergente, postulata da Guilford, questi tipi di pensiero potrebbero essere collegati all’apprendimento e in particolare il pensiero divergente sarebbe espressione di un pensiero artistico e creativo, mentre il pensiero convergente sarebbe più utilizzato nelle materie scientifiche.
Le linee su cui sono state sviluppate le ricerche sulla creatività sono soprattutto due: la prima, storicamente più vecchia, diretta a studiare il processo creativo attraverso l’analisi delle modalità con cui menti geniali (compositori, artisti, scienziati, eccetera) giunsero a produrre le loro idee originali; la seconda, più recente, a tra attraverso la misura delle abilità intellettive tra individui creativi e non creativi.
Wallas, studioso del pensiero creativo, sostiene che la persona creativa, scienziato, artista o matematico che sia, raggiunge la soluzione attraverso quattro fasi: preparazione, incubazione, illuminazione e verifica.
La preparazione è la fase in cui il soggetto individua qualcosa a cui dedicarsi e comincia esplorare possibilità e difficoltà finché non giunge alla fase successiva di incubazione questa può durare minuti o anni in cui l’oggetto di interesse sembra essere stato messo da parte mentre il soggetto si dedica ad altro tuttavia implicitamente il pensiero continua a lavorare a quel progetto. La fase di illuminazione è quella dell’ispirazione improvvisa in cui il progetto appare realizzabile , fino alla fase di verifica in cui si vagliano criticamente tutte le cose che si sono pensate, idee ,soluzioni, possibilità e conseguenze e poi si passa all’esecuzione.
Questo schema fornisce una cornice descrittiva anche se non riesce a rendere conto approfonditamente di ciò che avviene nella mente creativa.
Guillford usa la linea degli strumenti di misura dell’intelligenza tra creativi e non creativi; sottolinea che tutti questi strumenti sono pensati per stimolare il pensiero convergente poiché prevedevano un’unica risposta esatta a ciascun problema. Quindi Guilford mette a punto un “modello multifattoriale“ dell’intelletto che comprende abilità di pensiero divergente e riscontra che aspetti importanti della creatività sono la fluidità, cioè la ricchezza del flusso di dire evocate da uno stimolo, la flessibilità, cioè la facilità con cui si passa da una categoria all’altra o da uno schema ad un altro, e l’originalità cioè quanto le idee e le soluzioni prodotte si discostano da quelle più comuni e diffuse.
Molti problemi vengono affrontati ricordando cosa funzionato in passato e si cercano soluzioni simili, alcuni problemi però richiedono una soluzione nuova; il termine insight si riferisce all’improvvisa consapevolezza di una nuova soluzione, un aspetto particolare dell’insight è che è imprevedibile non si può dire quando, e nemmeno se, un insight possa verificarsi. L’insight sembra richiedere almeno tre distinte abilità di risoluzione dei problemi;
Codifica selettiva: davanti ad un nuovo problema spesso si è inondati da un da una gran mole di informazioni inutili. L’insight permette di selezionare quali informazioni meritino ulteriori approfondimenti.
Combinazione selettiva: spesso tutti gli elementi per la soluzione sono dati ma è difficile combinarli; l’insight consente un nuovo modo di combinare gli elementi della soluzione.
Confronto selettivo: spesso spesso per risolvere un problema si cerca un modello tra le soluzioni usate in passato; l’insight avviene quando un confronto più originale quei dati passati porta a conseguenze non intraviste prima.
Molti studi hanno cercato di comprendere la personalità creativa chiedendosi se oltre ai talenti, le persone creative abbiano delle particolari caratteristiche di personalità, e sembra che ci siano degli elementi comuni. La flessibilità indica la tendenza a prendere in considerazione più soluzioni alternative per un problema; la fluidità indica la qualità e la facilità con cui vengono prodotte nuove idee in risposta ad una situazione problematica; la capacità di elaborazione indica la predisposizione a tener conto delle diverse opportunità dei singoli elementi disponibili per risolvere I problemi. Eric Fromm sostiene che l’atteggiamento creativo ha bisogno di alcune caratteristiche: la capacità di essere perplessi, la capacità di concentrazione, l’esperienza dell’io e una buona sopportazione del conflitto.
Essere perplessi: atteggiamento di chi coglie cogliere elementi sempre nuovi nell’ambiente. Il cervello umano trova più semplice esaltare certi passaggi per procedere, intuisce le scorciatoie, mentre un computer è rigoroso nel fare tutti i passaggi e nell’ordine giusto.
Capacità di concentrazione: non è conciliabile con la distrazione; diverso è essere distratti da tutto per il resto perché si è concentrati sul problema.
Esperienza dell’Io: Fromm vuole indicare quel senso profondo che sia quando quello che si fa il frutto del proprio pensiero e non di apprendimenti passati.
Capacità di gestire il conflitto: è propria di chi posto di fronte a qualcosa che suscita meraviglia ma mette anche in difficoltà, non demorde, anzi si impegna di più per arrivare ad una soluzione.
Anche Rogers individua tre condizioni interiori che ritiene essere strettamente associate all’atto creativo.
Apertura all’esperienza: è l’opposto della deformazione percettiva che potrebbe funzionare da meccanismo di difesa quando si è di fronte ad una minaccia o una frustrazione.
Sentimento di realizzazione personale: quando l’azione creativa viene percepita come realizzazione della propria potenzialità, anche se il consenso altrui può essere stimolante, il sentimento di realizzazione personale la migliore condizione per favorire la creatività.
Capacità di maneggiare i concetti: implica capacità immaginativa, il gusto per l’esplorazione del nuovo, la tendenza a cercare nuove ipotesi e significati.
La creatività non dipende solo da doti cognitive ma anche da fattori emotivi. Freud in particolare ha legato gli aspetti emotivi alla creatività rispetto alle opere artistiche definendole come manifestazioni dell’inconscio. Secondo Freud l’individuo creativo riesce a incanalare le spinte potenzialmente patologiche in senso produttivo invece che in un sintomo. In qualche modo, quindi, possiamo collegare gli atti creativi ad aspetti non risolti e conflittuali che fanno da spinta al processo creativo.
La creatività può essere favorita in particolare dall’ambiente, se l’ambiente non è giudicante e lascia libera espressione di sé, elementi da tenere in considerazione nell’educazione dei bambini, sia a scuola sia in famiglia; è importante che i bambini possano soprattutto giocare, che abbiano spazi vuoti in cui la mente può vagare usando la fantasia senza imbrigliare il pensiero in compiti e cose da fare. Ricordiamoci che infatti creatività non coincide con l’intelligenza di tipo scolastico, bisogna quindi restare aperti come adulti per poter vedere e sostenere un bambino quando mostra elementi creativi , che solitamente non concordano con il modo abituale che si ha di fare le cose.
La creatività è stata spesso confusa con la fantasia e la spontaneità. Non è così. Il creativo ha una base di conoscenze su cui creare attraverso il pensiero divergente e l’intuizione. Grazie per il bel articolo 🌷
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Grazie per la condivisione, mi è piaciuto leggere. Una scrittura molto piacevole.
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