La consulenza psicologica consiste in un numero limitato di colloqui (il numero può variare, in genere 3-5) con l’obiettivo di valutare la problematica presentata e identificare i possibili interventi adatti alla persona che ne fa richiesta. Lo strumento principale è il colloquio clinico ma possono anche essere somministrati dei test. Al termine dei colloqui di consulenza lo psicologo fornisce un quadro generale dello stato di salute e fornisce una indicazione di trattamento adeguata alle necessità. E’ possibile che il rapporto si concluda qui, se gli incontri sono stati sufficienti ad apportare benefici, oppure ci può essere la prosecuzione con una psicoterapia o l’invio ad un diverso specialista a seconda delle problematiche emerse.
I colloqui di supporto psicologico vengono concordati con lo psicologo nel momento in cui si valuti la necessità di un approfondimento su alcune tematiche che creano disagio, in un periodo molto stressante in cui la persona sente di essere in difficoltà perché attraversa cambiamenti di vita importanti (ad esempio ha subito un lutto, un evento traumatico, un cambiamento improvviso). Il supporto psicologico è un intervento indicato quando il disagio riguarda una specifica area problematica ed è di lieve entità, legato a difficoltà transitorie o comunque non siano presenti sintomi rilevanti che invece richiedono una psicoterapia. Lo psicologo aiuta a far fronte alla situazione e gli incontri si concludono alla ripresa del normale equilibrio.
La psicoterapia vera e propria si avvia una volta che terapeuta e il paziente hanno concordato modi, tempi e obiettivi del trattamento (le modalità come frequenza e numero di sedute, variano in base al modello teorico adottato).
La psicoterapia è un processo interpersonale volto ad influenzare disturbi del comportamento e situazioni di sofferenza ed ha come scopo la cura della persona. E’ un processo orientato al cambiamento, che sia nell’area cognitiva, del comportamento o dell’affettività. La psicoterapia è indicata in presenza di patologia, quando la sofferenza è più radicata all’interno della personalità, coinvolge più aspetti o il disagio è più marcato.
Obiettivo generale è la risoluzione del disturbo ma anche la crescita personale ed una più approfondita conoscenza di sé.
Differenza tra psicologo, psicoterapeuta e psichiatra:
Lo psicologo è un professionista che ha conseguito la laurea in psicologia ed è abilitato all’esercizio della professione dopo aver sostenuto l’esame di stato. Deve essere iscritto all’Albo degli Psicologi della sua regione, che è pubblico e consultabile. Lo psicologo fornisce un aiuto basato su colloqui di consulenza, valutazione psicodiagnostica, sostegno e riabilitazione. Gli interventi dello psicologo non devono configurarsi come terapia, che è invece competenza dello psicoterapeuta.
Lo psicoterapeuta è uno psicologo (o un medico), che ha conseguito la laurea in psicologia ed è stato abilitato all’esercizio della professione dopo aver sostenuto l’esame di stato.
Ha poi conseguito l’abilitazione alla psicoterapia effettuando, dopo la laurea, una ulteriore specializzazione della durata di 4 anni. Anche lui iscritto all’Albo degli Psicologi, dove risulta che è anche abilitato alla psicoterapia.
Lo psicoterapeuta, come lo psicologo, effettua consulenza, valutazioni diagnostiche, colloqui di sostegno psicologico e riabilitazione. In più si è specificatamente formato nella cura dei disturbi psichici. Durante la sua formazione ha acquisito competenze, strumenti e tecniche per intervenire sul disagio, quindi si occupa del trattamento della psicopatologia nelle varie forme in cui si manifesta.
Molte scuole di specializzazione richiedono che lo psicoterapeuta abbia seguito a sua volta un percorso personale, al fine di risolvere sue eventuali problematiche interne prima di potersi occupare di quelle dei pazienti.
Lo psichiatra è un medico, che ha conseguito la laurea in medicina specializzandosi in psichiatria. E’ iscritto all’Albo dei Medici e può prescrivere farmaci. In alcuni casi due figure, ad esempio psicoterapeuta e psichiatra, possono lavorare insieme.
Molte possono essere le motivazioni che spingono a consultare uno psicologo, momenti di crisi nel corso della vita, cambiamenti improvvisi a cui si fatica ad adattarsi, voglia di comprendersi meglio e più profondamente.
Spesso si tende a rimandare, a volte si aspetta finchè i sintomi diventano davvero pesanti da gestire. E’ il momento di chiedere informazioni ad uno specialista quando:
- il disagio si protrae per lunghi periodi di tempo,
- un evento negativo crea forti cambiamenti nelle normali abitudini di vita,
- l’individuo, nonostante gli sforzi non riesce a far fronte alla difficoltà,
- la qualità della vita viene intaccata in modo consistente dal sintomo.
L’ascolto psicologico è molto diverso da quello di amici e parenti, è qualificato e mirato. E’ un tipo di ascolto non giudicante, in uno spazio accogliente e riservato, in grado di promuovere le risorse personali per far fronte a situazioni difficili e ritrovare il proprio equilibrio.
Può essere utile a far chiarezza anche quando non si capisce bene di cosa si ha bisogno, la persona sente un malessere che non riesce a chiarire. La consulenza di uno specialista è il miglior modo per comprendere cosa sta accadendo e scegliere poi come intervenire se è necessario.
Domande frequenti sono “qual’è il metodo migliore?” o “come scegliere lo psicologo-psicoterapeuta adatto a me?”. Ogni modello ha le sue particolarità, non è stata dimostrata la maggior efficacia di un modello rispetto agli altri; tutti mirano alla cura del sintomo e al raggiungimento di un maggior benessere della persona, pur partendo da modelli teorici diversi ed utilizzando altrettanto diverse tecniche (Come funziona la Psicoterapia Psicoanalitica).Tutti i professionisti devono essere iscritti al proprio ordine, e nei primi colloqui sono tenuti ad informare e concordare col paziente modi, obiettivi, tempi indicativi e costi dell’intervento.E’ importante poter scegliere l’approccio in cui ci si sente più a proprio agio, trovandolo affine al proprio modo di sentire, e soprattutto che si riesca a stabilire col professionista un rapporto di fiducia perché questo, insieme alla motivazione al cambiamento, sembra essere un fattore cruciale rispetto all’efficacia della terapia, indipendentemente dal modello seguito.
Se durante il colloqui si sente di poter parlare liberamente, nonostante la sofferenza, ci si sente compresi ed ascoltati in modo profondo, questo è indice di un buon clima per poter lavorare bene con quel professionista.
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