Il Conflitto

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Il conflitto  è una contrapposizione tra istanze contrastanti, “una situazione che si determina tutte le volte che su un individuo agiscono contemporaneamente due forze psichiche di intensità più o meno uguale, ma di opposta direzione” (Lewin).
Il conflitto  può manifestarsi tra un individuo e l’altro, o tra l’individuo e un gruppo di appartenenza, oppure all’intero dell’individuo stesso, tra parti diverse della propria personalità, o tra sentimenti ed emozioni contrastanti. Inoltre il conflitto può essere manifesto o latente, cosciente o inconscio. In ogni caso, e in qualunque modo si configuri, il conflitto pone l’individuo in uno stato di difficoltà, di disagio e di scelta.Il conflitto interpersonale si manifesta quando i bisogni, gli obiettivi e il modo di vedere le cose si scontrano con quelli degli altri. In questo senso esso è in stretta relazione con la frustrazione perchè i desideri, i bisogni e le esigenze spesso continuano a sussistere anche se apparentemente inconciliabiIi.
Una persona ha invece un conflitto intrapsichico (o interno)  quando è sottoposta a spinte interne contrastanti;  il conflitto è un incontro tra due forze opposte.
Il conflitto intrapsichico si situa nell’interiorità dell’individuo quando sono presenti  desideri, mete o sentimenti in contrasto tra loro, dove la soddisfazione degli uni provoca la frustrazione degli altri. La nozione di conflitto è centrale nella teoria psicoanalitica di Freud: “non vogliamo semplicemente descrivere e classificare i fenomeni, ma concepirli come indizi di un gioco di forze che  si svolge nella psiche”.
Il conflitto si presenta sia in forma manifesta  come tra due sentimenti contradditori, o tra un desiderio e un’esigenza morale,  sia in forma latente come nelle nevrosi dove i sintomi coprono un conflitto sottostante. Nelle nevrosi “compaiono regolarmente i segni di un contrasto tra diversi impulsi di desiderio, o, come noi siamo abituati a dire, di un conflitto psichico. Una parte della personalità si fa interprete di certi desideri, un’altra vi si oppone e li respinge”.
La psicoanalisi considera il conflitto come costitutivo dell’essere umano sotto vari aspetti: conflitto tra desideri e difese, tra diverse istanze e  tra diverse pulsioni.
Questo è  il campo d’intervento prioritario della psicoterapia, il cui scopo è proprio quello di risanare il conflitto interno e riportare I’individuo ad uno stato di benessere psicologico.

Esiste una relazione tra angoscia e conflitto poichè l’accumulo di energia pulsionale causa dispiacere e spinge all’attività mentale che scarica o incanala questa energia. Se la quantità di energia accumulata è troppo grande e l’apparato psichico non riesce né ad incanalarla né a scaricarla ne consegue uno stato di dispiacere, di angoscia.
In generale una forte sensazione di conflittualità interna genera ansia e disagio; la tensione, la lotta tra le due forze opposte può esprimersi  a livello psicologico, emozionale e fisico.
A livello fisico si possono manifestare blocco del respiro, dolore allo stomaco, muscoli paralizzati, tensione fisica, aumento della respirazione.
L’emozione negativa a livello emozionale si può esprimere con nervosismo, ansia, panico, paura, frustrazione, preoccupazione, mancanza di equilibrio.
A livello psicologico: ossessioni, stati d’ansia, angoscia, attacchi di panico, riduzione dell’efficienza operativa, profonda astenia, dubbi, incertezze.

Il conflitto si configura quindi  come una lotta tra due forze opposte, una tira da una parte e l’altra tira dall’altra. Se il conflitto non viene affrontato, diventa tossico. Cosa fare?  Entrare in contatto con entrambe le polarità in conflitto per aprire la strada al dialogo interno e alla possibilità di ampliare e sviluppare il proprio Sè.
La capacità di incanalare l’energia psichica, dopo averla “neutralizzata”, permette di usare questa energia per mete diverse da quelle originarie, spostandola invece sulle funzioni dell’Io, come ad esempio l’attività artistica o la ricerca intellettuale.  Freud chiama questa capacità  sublimazione, che è considerato un meccanismo di difesa non patologico nella gestione del conflitto intrapsichico.
Il concetto di conflitto non deve essere inteso necessariamente con accezione negativa, intanto perchè è costitutivo dell’essere umano e non necessariamente è patologico, inoltre, se adeguatamente gestito,  può essere un’opportunità per migliorare la relazione con se stessi, il proprio equilibrio interno e  le relazioni interpersonali.

3 risposte a "Il Conflitto"

  1. Dottoressa e quasi collega, voglio farle i complimenti per il blog. davvero uno dei migliori. contenuti seri ma fruibili e accattivanti. ottimo lavoro

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