Il significato dei Sintomi

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Il sintomo è l’indizio di uno stato patologico, un fenomeno soggettivo avvertito dal paziente e che va poi decodificato. E’ la manifestazione di un  processo sottostante,  e si possono distinguere sintomi primari (vicini alla causa) e sintomi secondari (più lontani dalla causa).  Il sintomo assume significati diversi a seconda del quadro teorico di riferimento utilizzato nella comprensione del disturbo psichico.
In psicoanalisi Freud individua come causa della formazione del sintomo il processo di rimozione: è un processo inconscio che permette di escludere dalla coscienza rappresentazioni mentali in contrasto con altre esigenze psichiche; la parte cosciente tende a tenere lontano  dalla coscienza ciò che è stato rimosso trovandolo inaccettabile, mentre ciò che è stato rimosso spinge per voler tornare alla coscienza, (ritorno del rimosso) ma in forma deformata, assumendo le caratteristiche del sintomo.“La psicoanalisi ha stabilito innanzitutto che il sintomo è dotato di senso ed è connesso con l’esperienza vissuta del paziente. I sintomi nevrotici hanno un loro senso, come gli atti mancati, come i sogni, e al pari di questi hanno un nesso con la vita delle persone che li manifestano”.
Il sintomo è espressione dell’inconscio, è portatore di un messaggio che  rinvia ai conflitti vissuti dal paziente, è un compromesso tra forze che tirano in direzioni opposte, ci parla del conflitto che la persona sta vivendo e delle difese messe in atto per fronteggiarlo.
I sintomi “sono risultati di compromesso, scaturiti dall’interferenza di due correnti contrastanti, e fanno le veci tanto di ciò che viene rimosso quanto della forza rimovente che ha pure cooperato alla loro formazione. La sostituzione può poi riuscire più favorevole all’una o all’altra parte, ma raramente una delle due influenze è del tutto assente.  I sintomi nevrotici sono il risultato di un conflitto che sorge a proposito di un nuovo modo di soddisfacimento della libido. Le due forze che si sono disgiunte s’incontrano di nuovo nel sintomo, si conciliano, se così si può dire, attraverso il compromesso della formazione del sintomo. E’ anche per questo che il sintomo è così resistente: viene sostenuto da entrambe le parti”.
Il sintomo quindi va ascoltato, compreso, e la psicoterapia si occupa proprio di questo: comprendere i sintomi all’interno della storia di quella particolare persona,  poichè ognuno di noi è diverso, non basta usare etichette ( “ansia”, “depressione”, “panico”) che, per quanto utili a fare diagnosi, non rendono assolutamente conto della complessità ed unicità di ogni essere umano.
In psicoterapia  lo scopo non è solo quello di eliminare i sintomi, proprio perchè , agendo solo sulle cause esterne,  è molto probabile che il sintomo semplicemente si sposti, non avendo in alcun modo intaccato le dinamiche sottostanti. Il  solo cambiamento sintomale non è sufficiente , poiché non significa necessariamente un  cambiamento anche della struttura a monte da cui dipende.
Il compito di una psicoterapia ben svolta invece è quello di arrivare ad una comprensione profonda che consenta al paziente di trovare risposte più adeguate. Le cause del sintomo sono inconsce, esso si presenta come un enigma da decifrare, e nel corso della psicoterapia poco a poco il disagio provato dal paziente comincia ad acquisire un senso, un significato, da cui si parte per poi maneggiare diversamente la sofferenza.
Scrive Freud ” il senso dei sintomi è sempre e ovunque sconosciuto all’ammalato, l’analisi mostra regolarmente come questi sintomi siano le propaggini di processi inconsci, i quali però, poste svariate condizioni favorevoli, possono essere resi consci. La nostra terapia opera trasformando in conscio ciò che è inconscio, e sortisce qualche effetto solo nella misura in cui è in condizioni di effettuare questa trasformazione.  Il compito terapeutico consiste quindi nello sciogliere la libido dai suoi legami attuali sottratti all’Io e nell’asservirla di nuovo all’Io. Ma dove si è cacciata la libido del nevrotico? Si fa presto a trovarla: è legata ai sintomi. Si deve quindi diventare padroni dei sintomi, risolverli ed è proprio quello che il malato esige da noi. Per sciogliere i sintomi diventa indispensabile risalire fino alla loro origine, rinnovare il conflitto dal quale sono scaturiti e, con l’aiuto di quelle forze motrici che a suo tempo non erano disponibili, indirizzarlo verso uno sbocco diverso”.
La psicoterapia psicoanalitica principalmente cerca di promuovere nei pazienti insight, cioè una comprensione cognitiva ed emotiva dei movimenti inconsci e delle origini del proprio disagio psicologico e del proprio sentire ed agire. Non basta giungere ad una conoscenza intellettuale del significato del sintomo, serve una comprensione profonda, dall’interno : “i sintomi svaniscono con la conoscenza del loro significato; la conoscenza deve basarsi su un cambiamento interiore dell’ammalato, quale può essere provocato soltanto da un lavorio psichico avente un fine determinato“. Avere un insight significa giungere ad  un significato più profondo e completo; non si tratta di trovare il significato oggettivamente giusto, ma di attribuire un significato che abbia un senso per la persona, che faccia intravedere una  parte del suo mondo interiore, che sappia avvicinarla di più a se stessa. La psicoterapia psicoanalitica agisce cercando  le cause profonde del disagio, permettendo non solo la risoluzione dei sintomi ma anche di portare ad una dinamica interna più funzionale, attraverso il lavoro interpretativo, che trasforma in conscio ciò che è inconscio, l’Io viene rafforzato.

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