Le Fiabe e la loro Funzione Psicologica

fiabe funzione psicologica La fiaba si occupa di problemi umani universali, soprattutto di quelli che preoccupano la mente del bambino, parlano del suo Io in formazione e ne incoraggiano la crescita.
Il bambino può giungere alla conoscenza ed alla capacità di conoscere se stesso non attraverso una comprensione razionale, ma familiarizzandosi con i temi importanti della fase di sviluppo che sta affrontando.

Le fiabe offrono nuove dimensioni di pensiero e di immaginazione, pongono il bambino in maniera onesta di fronte ai principali problemi umani. È caratteristico delle fiabe esprimere un dilemma in modo chiaro e conciso, permettendo al bambino di afferrare il problema nella sua forma più essenziale. Nella fiaba il bene e il male si incarnano in certi personaggi e nelle loro azioni, senza ambivalenze, poiché la polarizzazione domina la mente del bambino.
Il male è simboleggiato da giganti, draghi, streghe e spesso ha temporaneamente la meglio. È grazie all’identificazione che il bambino ha con l’eroe in tutte le sue lotte e prove, però, che riesce a sopportare le tribolazioni che la vita gli sta ponendo, trionfando con lui quando ha la meglio sul cattivo. Il bambino compie queste identificazioni da solo e le lotte interiori e col mondo esterno dell’eroe favorendo lo sviluppo del senso morale.
S’identifica con l’eroe buono non per la sua bontà ma perché la condizione dell’eroe esercita un forte richiamo positivo su di lui, decide chi essere proiettando tutto se stesso su un singolo personaggio ed identificandosi con esso. La fiaba permette al bambino di essere ascoltatore partecipe, di accedere all’inconosciuto, imparare nozioni e riconoscere le proprie emozioni. La fiaba permette al bambino di placare le proprie angosce consce ed inconsce, collocandole in un tempo ed uno spazio lontano (“c’era una volta, in un regno molto molto lontano..”). Questa peculiarità della fiaba permette al bambino di vivere e di placare le angosce rispetto al fatto che il racconto possa essere reale o che gli eventi possano succedere proprio lì, a lui, in quel momento.
Così come nel sogno, ogni elemento della fiaba possiede un significato simbolico e culturalmente condiviso; pertanto immaginare una piccola Cappuccetto Rosso che deve attraversare il bosco per recarsi dalla propria nonna, richiama al bambino una fase di passaggio tracciata solo da un sentiero prezioso, nell’oscurità psichica della foresta. Più primitive sono le angosce che invece possiamo trovare in altre fiabe, come Hansel e Gretel, che vengono abbandonati nella foresta, dopo una decisione presa dalla madre, senza sentieri né direzioni. In questo caso l’angoscia non è data dalla scoperta delle proprie pulsioni (come il lupo in Cappuccetto Rosso), bensì dall’ abbandono e dalla separazione dalla propria madre in un delicato momento di vita in cui il bambino deve passare da una fase simbiotica ad una fase triangolata dal padre, edipica.
Le fiabe possiedono una pluralità di significati: il bambino trae un significato diverso della stessa fiaba a seconda dei suoi interessi e bisogni del momento.
La fiaba, a differenza della favola che possiede unicamente un significato morale e sociale, permette una costante ricerca e riformulazione di se stessi in ogni fase della nostra vita attraverso l’identificazione con determinati personaggi.

Ferro A., “La tecnica nella psicoanalisi infantile”, Cortina Editore, 1992
http://www.ilsigarodifreud.com/la-funzione-psicologica-della-fiaba—

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